Miniascensori interni ed esterni - Fabrica Ascensori
Scopri qui cosa sono i miniascensori, quali costi presentano e in quali ambiti possono essere montati nel rispetto delle norme!
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Miniascensori interni ed esterni

Miniascensori interni ed esterni

Miniascensori interni ed esterni: tipologie, prezzi e installazione

Miniascensore: un dispositivo molto efficiente

I miniascensori sono delle piattaforme elevatrici che permettono ai fruitori di spostarsi da un livello all’altro dell’immobile in senso verticale, permettendo di evitare l’utilizzo delle scale negli spostamenti tra un piano e un altro. Equivalgono a degli ascensori, ma si differenziano da questi per le dimensioni notevolmente più contenute. I miniascensori risultano una scelta spesso obbligata in quei contesti in cui non è possibile installare un ascensore standard o nei casi in cui non ve ne è la necessità, come ad esempio in una struttura unifamiliare divisa su più livelli.

Come per quanto concerne le altre piattaforme elevatrici, anche i miniascensori possono dare accesso alle agevolazioni fiscali concesse dalla legge, tra cui il Superbonus 110% e le varie detrazioni in tema di superamento delle barriere architettoniche. Da non sottovalutare è l’impatto sul valore di mercato dell’immobile, che a seguito della messa in opera di un miniascensore potrebbe aumentare .

Quali sono le caratteristiche di un miniascensore?

Il vantaggio principale dei miniascensori riguarda le loro dimensioni. Un ascensore standard, infatti, deve rispettare i numerosi limiti imposti dalla legge circa le misure, sia quelle di accesso alla cabina sia quelle relative alla piattaforma. Scegliendo un miniascensore, invece, è possibile procedere alla messa in opera anche qualora vi siano appena 70 centimetri di larghezza a disposizione. Ciò fa sì che questi dispositivi siano compatibili con la maggior parte degli edifici, anche di vecchia costruzione. Dal punto di vista del consumo di energia elettrica, possiamo notare delle sostanziose differenze rispetto a un ascensore di tipo tradizionale. Funzionando con la corrente monofase a 230V e producendo il motore un consumo medio di appena 1,5 kWh, il risparmio energetico è davvero considerevole.

A livello burocratico l’iter da seguire è solitamente più agevole, poiché raramente bisogna procedere a degli interventi murari, spesso indispensabili per installare un ascensore classico: di conseguenza si riducono i tempi necessari per completare l’intervento. Per quanto riguarda la sicurezza, i miniascensori rispettano tutti i requisiti degli ascensori domestici normali. Devono essere dotati, infatti, della tecnologia necessaria a evitare gli incidenti e superare eventuali malfunzionamenti, come il ritorno automatico al livello precedente in assenza di energia elettrica, l’illuminazione di emergenza e i vari sistemi di comunicazione per chiedere assistenza in caso di bisogno o dell’insorgere di un problema tecnico.

Sono fondamentalmente due le tipologie di miniascensori: interni ed esterni. I modelli appartenenti alla prima categoria si installano dentro il palazzo, incidendo quindi sulla metratura a disposizione dei condomini. I dispositivi da esterno, invece, vengono montati all’aperto e, talvolta, costituiscono un fiore all’occhiello per l’estetica del palazzo. Sia il miniascensore interno sia quello esterno possono essere dotati di finiture di pregio: una delle più interessanti è rappresentata dalle pareti in vetro che chiudono la cabina, opzione richiesta per ottenere un brillante tocco di stile nelle ville di lusso.

A quali contesti si adattano?

Il miniascensore si adatta a numerosi contesti. In molti casi viene utilizzato come unica soluzione possibile in edifici che per ragioni di spazio non possono ospitare piattaforme elevatrici delle dimensioni tradizionali. In altri casi si tratta di una funzionale opzione per collegare più livelli di una villa, magari mettendo in comunicazione sia i piani dell’abitazione, sia eventuali altri locali, come ad esempio la cantina o il garage.

Il miniascensore, inoltre, può diventare una vera e propria necessità: se in qualunque edificio composto da almeno due piani fuori terra riveste un ruolo prezioso, in quei contesti abitativi in cui risiedono anziani o persone affette da disabilità motorie, il dispositivo assume una funzione indispensabile, andando a rispondere in modo perfetto a delle imprescindibili esigenze di mobilità. Ed è proprio per questa ragione che sono state introdotte diverse agevolazioni fiscali da parte dello Stato italiano e di altri enti governativi.

Qual è la normativa di riferimento?

La normativa attualmente vigente in Italia è rappresentata dal Decreto Ministeriale 236/89 e dalla Direttiva Macchine 2006/42/CE. Se con la prima norma tali impianti potevano coprire un dislivello massimo di quattro metri, l’introduzione della Direttiva Macchine ne ha esteso il limite: non è raro trovare miniascensori che mettono in comunicazione fino a quattro diversi livelli. Non esistono particolari vincoli per installare un miniascensore: l’unica richiesta da inviare è relativa alla SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività), la quale va depositata presso gli uffici comunali competenti. Qualora la messa in opera vada effettuata in un condominio, prima di procedere agli oneri burocratici è necessario che la proposta venga approvata dall’assemblea condominiale.

La mancata approvazione non pregiudica il compimento dell’opera: l’unica differenza concerne il sostenimento delle spese, che in caso di approvazione sarebbero ripartite tra i proprietari degli appartamenti in base ai millesimi posseduti, mentre nella situazione opposta andrebbe a ricadere sul proponente o sui proponenti, sempre secondo il principio dei millesimi di cui si è proprietari. È tassativa l’osservanza di specifiche direttive: la presenza del miniascensore non deve ledere la libertà degli altri condomini di utilizzare le aree comuni e non deve incidere sulla luce così come sulla veduta.

La legge prevede che, per rispettare i massimi standard di sicurezza, il miniascensore venga sottoposto a delle verifiche periodiche. Due volte all’anno tecnici abilitati devono compiere un sopralluogo per accertarne il corretto funzionamento, mentre con cadenza biennale va effettuata una revisione da parte di un apposito ente, il quale deve avvalersi delle prestazioni di un manutentore.

La normativa stabilisce, inoltre, la velocità che il dispositivo può raggiungere, la quale non deve superare 0,15 metri al secondo. Se il miniascensore è destinato all’uso di persone disabili, sono previste ulteriori regole da rispettare: lo spazio minimo nella cabina deve essere idoneo a ospitare una persona su sedia a rotelle e un eventuale accompagnatore, mentre i comandi devono essere utilizzabili da seduti e i pulsanti devono riportare le scritte in Braille.

Quali bonus spettano a chi acquista un miniascensore?

Sono molteplici le detrazioni fiscali spettanti a coloro che decidono di installare un miniascensore. Queste non riguardano esclusivamente i disabili, i quali possono accedere a partire dal 1989 a una detrazione IRPEF del 19% sull’acquisto di prodotti atti a muoversi in autonomia, compresi ascensori, miniascensori, servoscale e montacarichi.

A partire dal 2022 possono accedere, inoltre, a una detrazione IRPEF del 75% destinata all’abbattimento delle barriere architettoniche. Vi sono, poi, due ulteriori agevolazioni. Nel 2012 è stata approvata una detrazione IRPEF nell’ambito delle ristrutturazioni edilizie, la quale copre anche le spese da sostenere per installare un miniascensore, a patto che siano associate a degli interventi di manutenzione ordinaria negli ambiti condominiali o di manutenzione straordinaria se si tratta di altre unità abitative, con tetto massimo di spesa di 96.000 euro. L’agevolazione più rilevante in termini di detrazioni è il Superbonus 110%, il quale è disponibile anche per dotare le costruzioni di una piattaforma elevatrice.

I requisiti da rispettare per ottenere il bonus in questione sono diversi: l’installazione del miniascensore va effettuata in presenza di uno degli interventi trainanti stabiliti dalla norma; nell’edificio deve essere residente almeno una persona over 65 o affetta da disabilità; la piattaforma deve poter essere raggiunta con comfort da tutti gli utenti che ne hanno bisogno. Il Superbonus può essere erogato sia come detrazione IRPEF sia in altre due modalità, ovvero la cessione del credito o lo sconto in fattura, il quale viene gestito direttamente dalla ditta che esegue i lavori.

Il Superbonus 110% ha dei limiti di spesa specifici, che differiscono a seconda del tipo di unità abitativa: le singole unità familiari hanno un tetto massimo di 50.000 euro; le abitazioni inserite in contesti che presentano fino a otto unità possono godere di un limite di spesa di 40.000 euro; le abitazioni facenti parte di edifici formati da oltre otto unità dispongono di una detrazione massimale di 30.000 euro. Il tetto di spesa non si riferisce alla sola installazione del miniascensore, ma è relativo a tutti i lavori da effettuare, compresi quelli trainanti. Va precisato che le varie agevolazioni fiscali IRPEF non possono essere cumulate.

Quanto costa un miniascensore?

Il prezzo di un miniascensore varia in base a una nutrita serie di fattori, andandosi a collocare tra i 10.000 e i 20.000 euro, cifre che è possibile ridurre fortemente in virtù dei bonus. A incidere sul costo sono i materiali costruttivi, il numero dei livelli dell’abitazione o del palazzo, il tipo di percorso da compiere, la velocità massima raggiungibile, le dimensioni e i vari elementi accessori.

Un ascensore con vetrate panoramiche e in grado di coprire quattro livelli avrà prezzo decisamente maggiore rispetto a un modello semplice che mette in comunicazione due soli piani di un immobile. Sia per i contesti condominiali sia per le singole unità abitative sono ottenibili dei finanziamenti, al fine di ripartire il costo in più annualità.

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